Coniglio Alessandria della Rocca
 

Consiglio Siciliano

L Associazione vicina ai Cacciatori

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Coniglio Alessandria della Rocca

PROVA SU CONIGLIO DI ALESSANDRIA DELLA ROCCA

16 maggio 2010

 

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Foto di gruppo

GARA CINOFILA AD ALESSANDRIA DELLA ROCCA

Di buon mattino. L’alba regalava luci e colori al creato. Qualche nuvola ad oriente contrastava il sorgere del sole. Pur essendo a primavera inoltrata, folate di tramontana piegavano rami d’ulivo, cariche di zagare, ricche di promesse. I primi fuoristrada e le pande 4x4 seguivano il percorso, attenti a non sbagliare. Dopo qualche centinaio di metri di strada sterrata si era già a ridosso di una collina alla sommità della quale sorgeva una vecchia costruzione in pietra del luogo e gesso. Quella era la meta: “Ciniè-Carratello” destinata a Zona Cinologica con decreto dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. Il luogo in cui, fra qualche ora, i cacciatori avrebbero sciolto i cani e caricato le doppiette lucenti e ben oleate, alla ricerca di conigli e del loro abbattimento. Un appuntamento da tempo programmato. Una gara organizzata in ogni particolare. Con regolare permesso ed autorizzazione. Dopo aver meticolosamente seguito tutti gli iter del buon senso e della legalità. Per primi arrivammo io e il presidente Prof. Pino Frisco, cui va tutto il merito dell’organizzazione e il plauso incondizionato della buona riuscita assieme al segretario Avv.Felice La Mela, neo Coordinatore Provinciale del Consiglio Siciliano, al vice presidente Dott.Pietro Labruzzo e al cassiere Sig.Gaetano Pendino, collaborati da tutto il direttivo del Circolo Cacciatori affiliato al Consiglio Siciliano Caccia-pesca-ambiente-cinofilia e sport. Ci accolse uno scampanio di pecore che un giovane pastore ad una ad una mungeva. Cani da guardia, ancora sonnacchiosi, abbaiavano quasi per abitudine. Da lontano vedevamo arrivare, un pò distanti gli uni dagli altri, ancora fuori strada e macchine a trazione anteriore. Vecchi amici, antiche conoscenze, buongiorno e abbracci, il piacere dell’incontro a ridosso di quella collina da cui si può interamente osservare l’intera estensione della zona cinologica  che il Sig. Scaglione Giovanni, molto gentilmente, il giorno prima aveva ripulito mietendo e pareggiandole le late erbe con la mietitrice, per creare nove campi regolarmente numerati e delimitati da tabelloni, ove nove gruppi di cacciatori (ogni gruppo formato da cinque persone) avrebbero sciolto i cani alla ricerca di conigli selvatici di allevamento che gentilmente il Sig.Gaetano Pendino, collaborato dal Dott.Comparetto, con i rappresentanti dei vari gruppi e con il suo fuori strada era andato a liberare. C’erano cacciatori di Cattolica Eraclea, di Ribera, di Cianciana, di Bivona e di Alessandria della Rocca . In ogni campo erano stati immessi cinque conigli, impauriti e con il cuore in tumulto. Mentre il Presidente ed il Segretario verificavano la regolarità e la validità dei documenti, i cacciatori chiacchieravano delle passate stagioni venatorie, quando la selvaggina era più abbondante ed il canto delle pernici rallegrava gli animi e annunziava che era tempo di partire. Qualcuno spruzzava negli scarponi “DIAZAL” per evitare che le zecche si attaccassero. La tramontana infastidiva ma costringeva le messi a ondeggiare quasi fosse mare, lontano e solitario. Verso le otto e mezzo la gara ebbe inizio. I cacciatori avevano raggiunto i campi che erano stati loro assegnati e seguivano il frenetico zig-zag dei cani che avevano cominciato a seguire  l’odore dei piccoli selvatici, nascosti tra le erbe. Si sentirono i primi spari e i latrati dei cani. Qualcuno sollevò i conigli ancora caldi ma già esanimi. Altre ricerche, altri latrati, altri spari che echeggiavano nella distesa della vallata verde con trapunte di papaveri rossi, di rossa sulla e di “pisiddruzzu” viola. Due ore di oblio,  di attenzione, di emozioni, di celebrazione della bravura dei cani e della precisione dei tiri. Una giornata diversa. Da inserire nello scrigno della memoria. Poi saluti e ringraziamenti e nuove promesse di incontri per gare alla quaglia o al fagiano. Le auto procedevano lentamente a fila indiana. Da lontano giungeva l’eco dei rintocchi di una campana. Qualche ora più tardi gli amici di Alessandria che avevamo partecipato a quel raduno, ci ritrovammo nella splendida villa del Presidente, ove la prima cosa che colpisce è una scritta : “Se Ulisse fosse passato da qui l’avrebbe scelta come sua dimore”. Ci accolse l’odore buono di agnello al forno, con patate novelle e cipolle di Tropea, formaggio pecorino, merlot buonissimo e “niuru cani e nzolia” forte e trasparente. Insalata verde e gustosi pomodori del luogo. E tanti racconti, forse anche nostalgici e tante risate. Man mano che passavano le ore qualcuno sbadigliava sempre d più e un pò tutti biascicavamo nulle parole. Il vino si faceva sentire. Dalle vetrate della stanza da pranzo, rose purpuree e vellutate si dondolavano nei loro gambi robusti, mossi dal vento che ancora si ostinava a soffiare. Un grazie al Presidente e all’amico Pino Lo Scalzo cui va intero il nostro plauso per aver preparato un pranzo eccezionalmente buono, luculliano.

16 Maggio 2010                                              Prof. Gaetano Settecasi          

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